Marine Le Pen: la battaglia contro l’Europa


Il leader francese del Front National, Marine Le Pen, in vista delle prossime Elezioni Europee 2014 ha rilasciato un'interessante intervista a Otto e Mezzo, toccando temi quali la critica alla moneta unica e l’immigrazione, che come ben sappiamo sono alcuni dei cavalli di battaglia del suo programma elettorale. L’intervista, preannunciata in pompa magna dalla conduttrice, altro non è stata che un backfire, in cui non hanno avuto effetto i soliti commenti negativi, provocazioni e stop and go.

Momento clou della puntata viene raggiunto con la parte dedicata all’euro, introdotta dal servizio di Paolo Pagliaro “La battaglia contro l’Europa” in cui  emerge che gli italiani sono sempre più favorevoli all’abbandono della moneta unica e che questa volontà aumenta con lo spostarsi verso i partiti di destra.
Alla domanda “ come spiega ai francesi che uscendo dall’euro i loro risparmi e le loro proprietà varranno molto di meno?” Marine Le Pen, per nulla intimorita, dimostra la sua conoscenza in campo andando ad annullare con un “Ma è una falsità”  la tesi sostenuta dalla Bilderberghina. Ed ecco che si assiste allo scontro della verità contro la propaganda filo BCE e filo Euro che oramai inizia a non convincere più nessuno.

Marine Le Pen: “L’euro sta schiacciando i popoli e le aziende, sta uccidendoci e sta asfissiando le nostre esportazioni. Abbiamo vissuto millenni con la nostra moneta nazionale e oggi ci vengono a dire che dopo dodici anni non possiamo tornare alla nostra moneta? Non si rende conto che stanno prendendoci in giro?” Dietlinde Gruber: “Intanto, il cambio delle monete lo decidono i mercati e non i popoli, vorrei ricordare a spettatrici, spettatori e anche alla signora Le Pen.”

È con questo scambio di battute che il leader del FN, con il suo noto aplomb, zittisce la conduttrice in merito al ritorno della sovranità monetaria nazionale e alle banche, andando a sottolineare come i popoli siano intimoriti e pensino che non si possa tornare ad avere una sovranità monetaria nazionale, ossia una moneta nazionale. Viene quindi proposto non il ritorno alla vecchia moneta, bensì la creazione di una nuova moneta nazionale dove il cambio sia uno a uno. Da qui la gaffe della conduttrice, che preferisce equivocare e parlare di tasso di cambio anzichè di tasso di conversione (1:1). Marine Le Pen stava parlando di tasso di conversione tra euro ed un eventuale nuovo franco francese, che è ovviamente una convenzione decisa dai governi.

Evidentemente in imbarazzo, la giornalista ripiega chiedendo alla leader la sua posizione in merito al salvataggio da mille miliardi di euro che la BCE ha compiuto per impedire che le banche fallissero. Alquanto contrariata Le Pen si dichiara contraria a questo tipo di salvataggi in quanto non bisogna prendere soldi dalle tasche dei cittadini per salvare banche in fallimento, spiegando che coloro che perdono devono essere eliminati dal sistema e non aiutati, in quanto questo è insito nella stessa natura finanziaria. Continua poi affermando che si sta perdendo di vista che attualmente l’euro è la moneta vantaggiosa solo per i mercati finanziari, per le multinazionali, le stesse che oggi sostengono che dopo 12 anni non è possibile tornare alla moneta nazionale. Come mai la disoccupazione e la povertà crescono mentre l’indice della borsa di Parigi, così come le banche degli altri paesi godono di ottima salute? Questi sono comportamenti che devono cessare, perchè salvando le banche ogni tre mesi i problemi reali non verranno mai risolti.

Da ultimo, ma di certo non meno importanti sono le affermazioni rivolte verso Beppe Grillo, definito come un provocatore, portatore di proposte contraddittorie ed incoerenti che non forniscono soluzioni agli italiani. Precisa inoltre che nei confronti del M5S non ha mai rivolto avances, ma piuttosto un invito a coloro che vogliono che il popolo sia sovrano e conservi i propri usi e costumi, concludendo che “ il futuro è dei patrioti”.
Non manca la “domandina” sul Cavaliere, se questo sia ormai tagliato fuori o meno dalla scena politica, a cui abilmente viene data risposta che “un politico smette di lavorare solo quando è sdraiato a piedi avanti” o almeno così sostengono i francesi.
In conclusione , alla domanda cosa ne pensa del  Presidente del Consiglio Matteo Renzi, lo paragona all'ex premier francese Sarkozy, espressione dell’austerity e di un’Europa in cui le promesse sono tante ma le azioni poche e sostiene che i risultati parleranno dopo le elezioni del prossimo 25 maggio.

                                                          GIULIA GRILLI

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