La recensione di questo libro è stata scritta per puri motivi emozionali e affettivi. Si, perché il libro in questione è purtroppo, al giorno d'oggi, quasi un pezzo da collezione, non essendo stata pubblicata una ristampa dal 2001. Nella speranza che qualcuno di voi riesca ad averlo un giorno tra le mani, nel frattempo condividiamo con voi la cronaca di questa fortunosa folgorazione.
"Le poesie di Ossian" sono state considerate il falso letterario meglio concepito della storia. Spacciate all'epoca, tra il 1760 e il 1763, come una ritrovata raccolta di poemi altomedievali scritti dal bardo scozzese Ossian, si rivelano immediatamente, fin dai primi versi, come un artificio epico perfettamente riuscito, completo anche di quel senso di omissione di pezzi e dettagli alla storia, ad opera del tempo, che si ha alla lettura dei poemi omerici.
Le gesta dell'eroe Fingal, i paesaggi e le atmosfere scozzesi e irlandesi, battaglie e amori privi dell'attributo tempo, tutto è riversato in una quasi caotica e magica dimensione onirica che sembra voler distogliere il lettore da propositi di interruzione momentanea della lettura per non spezzare l'incantesimo, per non farlo diventare come quei sogni interrotti che al mattino lasciano l'amaro del dubbio sul finale.
VIS SAPIENTIA
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