Mattarella Presidente: il ritorno/riciclo della DC

Dopo il "camaleonte" Napolitano, il "super partes" Mattarella

Sergio Mattarella con Ciriaco De Mita

Abbiamo passato tre giorni di suspense per l'elezione del nuovo Capo di Stato, tre giorni di teatrino della politica ahi noi, tra scelte di vertice e parole al vento, tra schede bianche e consensi per i "soliti noti" Giuliano Amato Walter Veltroni. Qualche <<rivoluzionario>> propone Stefano Rodotà, Ferdinando Imposimato e Gustavo Zagrebelsky, anche se gli starebbe bene Romano Prodi. Non è mancata la goliardia di voler eleggere Antonio Razzi, Sabrina Ferilli, Francesco Totti Giancarlo Magalli.

Finalmente sabato 31 gennaio 2015 è arrivato il "consiglio" - o meglio l'imposizione - di Matteo Renzi: Sergio Mattarella Presidente! Il nuovo Presidente <<super partes>> è nato a Palermo nel 1941 da una famiglia in carriera per la "Democrazia Cristiana": il padre Bernardo è stato componente dell'Assemblea Costituente, deputato e ministro; il fratello Piersanti è stato governatore della Regione Sicilia, purtroppo ucciso in un attentato di stampo mafioso nel 1980.

Da giovane milita nell'Azione Cattolica, si laurea in Giurisprudenza e diventa professore costituzionalista presso l'Università di Palermo. Nel 1983 viene eletto deputato, vicino alla corrente De Mita. Venne nominato direttore del giornale democristiano "il Popolo". Insieme a Leoluca Orlando si impegnerà nella lotta alla criminalità organizzata collusa con i partiti. Durante la grande operazione di Tangentopoli, venne accusato e poi assolto per avere elargito favori e somme di denaro ad un imprenditore.

Dal 1987 al 1989 divenne ministro per i Rapporti con il Parlamento (governo De Mita) e nel 1990 ministro della Pubblica Istruzione (governo Andreotti). Dopo gli esiti del referendum abrogativo del 1993, fu il principale relatore della riforma maggioritaria del sistema elettorale delle Camere, appunto denominata "Mattarellum". Nel 1994 Mattarella fu tra promotori del "Partito Popolare Italiano", nato dalle ceneri della DC. In seguito si oppose tenacemente alla scelta di Rocco Buttiglione di allearsi con il Polo delle Libertà di Silvio Berlusconi. Nel 1995 sostenne infatti la candidatura di Romano Prodi, leader del centrosinistra "L'Ulivo".

Nel 1998 divenne Vicepremier del governo D'Alema e come ministro della Difesa fu protagonista dell'abolizione della leva obbligatoria e dell'intervento aereo NATO in Kosovo. Nel 2002 fu tra i fondatori del nuovo soggetto politico centrista di Francesco Rutelli "La Margherita" e nel 2007 del "Partito Democratico". Nel 2009 entra nel Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e nel 2011 eletto dal Parlamento giudice della Corte costituzionale. Sergio Mattarella si è distinto anche per essere un Europeista e strenuo difensore di questo sistema costituzionale che garantisce ai partiti la spartizione del potere e la sudditanza alle direttive UE.

Forse è "l'uomo giusto" per l'Italia di oggi: giusto per l'inciucio centrodestra-centrosinistra, giusto e degno successore di Re Giorgio, giusto per i poteri forti, giusto perché è un politically correct, giusto per tante altre cose che scopriremo nei prossimi sette anni. Di certo è l'ennesimo Presidente della Repubblica che non è stato eletto direttamente dal popolo, perché è la nostra vecchia Costituzione del 1948 che obbliga di trasferire ambiguamente la sovranità popolare ai "grandi elettori", esecutori della partitocrazia. 

Viene voglia di rispolverare i testi di Vilfredo Pareto, Gaetano Mosca e Robert Michels per denunciare con fondatezza i frutti malati di questa "democrazia"

"Viva l'Italia"

                                                              PIERPAOLO NASO 

2 commenti:

  1. Ottimo articolo, la chiusura non da molte speranze per questa Italia. Possibile che resti tutto uguale e non cambi neanche minimamente?

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    1. L'Italia sembra far parte di un cambiamento gattopardiano... cambiare tutto per non cambiare niente...

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