Israele sceglie Al Qaeda come vicino nel Golan

Da diversi mesi, il fronte di Al Nusra, il braccio di Al Qaeda in Siria é stazionato a pochi metri delle posizioni israeliane nel Golan. Entrambi collaborano militarmente contro il regime di Damasco

Membro di UNDOF osserva con un binocolo il monte Bental, nel Golan.  REUTERS


Lo scorso 27 agosto l'esercito siriano libero ( i ribelli) e il Fronte al Nusra hanno cacciato l'esercito di Damasco dal passo della città di Quneitra, nel Golan siriano che affaccia sul Golan occupato da Israele. Da allora si è parlato frequentemente di un contatto diretto tra Israele e Al Qaeda, visto che il Fronte al Nusra è il braccio di Al Qaeda in Siria. La situazione provoca diverse domande: perché Israele permette che Al Qaeda stabilisca una posizione giusto dall'altra parte del Golan che è collegata direttamente con il Golan occupato? Perché non ha mai attaccato le posizioni di Al Qaeda attaccate al suo territorio? Perché ha attaccato invece l'esercito di Damasco che sì che combatte Al Qaeda? Perché Al Qaeda non ha mai attaccato Israele?




Queste domande suscitano una domanda più inquietante: Esiste una collaborazione tra Israele e Al Qaeda? In alcuni mezzi di comunicazione arabi si da per certo che esistano contatti tra le due parti e che si producono situazioni di collaborazione.  La stampa di Damasco ha richiamato l'attenzione sul fatto che l'aviazione israeliana abbia bombardato posizioni dell'esercito siriano in momenti chiave per difendere il Fronte al Nusra, che sono Al Qaeda, quando i ribelli necessitavano appoggio aereo. Questo potrebbe avere una facile spiegazione: proprio ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu accusò l'Iran di '' volere aprire un nuovo fronte nel Golan''. Riferendosi all'incidente del 18 gennaio nel quale morirono sei miliziani di Hezbollah e sei militari iraniani nei pressi della città di Quneitra, abbattuti dall'aviazione ebraica, proverebbero le parole di Netanyahu. 

Israele sembra temere di più un avvicinamento tra Hezbollah e l'Iran tramite il Golan che un avvicinamento di Al Qaeda, visto che il Fronte al Nusra non ha mai mosso un dito contro lo stato ebraico. Da lì che Netanyahu preferisca avere come vicini di casa i sunniti di Al Qaeda piuttosto che gli sciiti dell'Iran e di Hezbollah. Non restano dubbi sul fatto che se Israele avesse voluto avrebbe potuto espellere facilmente il Fronte al Nusra dalla frontiera. Non averlo fatto indica che non considerano Al Qaeda una minaccia. Al contrario, di tanto in tanto circolano informazioni sui presunti contatti che intratterrebbero le due realtà attraverso il Golan. 

Non sempre si tratta di informazioni di parte. Ad esempio, nel mese di dicembre scorso venne rivelato un rapporto di UNDOF, i caschi blu dispiegati nel Golan, che indicava che soltanto in tre mesi, tra Marzo e Maggio dello scorso anno, UNDOF registrò 59 casi di contatti diretti tra soldati israeliani e miliziani ribelli nel Golan, ''specialmente in periodi di conflitti armati'' tra il regime e i miliziani. Un'altro rapporto filtrato da UNDOF indica che i caschi blu hanno osservato ''contatti sporadici tra membri armati dell'opposizione siriana e soldati israeliani'' nel Golan. 

Alcuni media Occidentali, come il Telegraph britannico, hanno menzionato l'esistenza di ''crescenti'' prove di ''interazione'' tra Israele e i ribelli siriani ''incluso Al Nusra''.  Al riguardo, il comandante israeliano Aviv Oreg, che si occupa della guerra civile in Siria, dichiarò al Sunday Times che '' il fronte Al Nusra non è assolutamente l'ISIS'', cioè lo Stato Islamico. Lo stesso paragone è stato fatto in Occidente, dove il Fronte al Nusra ( Al Qaeda) è stato definito ''moderato''. 

Anche se i contatti tra Israele e i ribelli, incluso il Fronte al Nusra, sono più visibili attraverso il Golan e grazie ai rapporti dei caschi blu dell'ONU, tutto sembra indicare che esiste un'altra via di contatto che probabilmente è più importante e decisiva, anche se logicamente è mantenuta segreta. 
Questa via è conosciuta come ''sala di operazioni'' di Ammàn, la capitale della Giordania, da dove vengono organizzati i ribelli del sud della Siria, incluso il fronte al Nusra. In questa sala di operazioni ci sono permanentemente militari degli Stati Uniti di America, di Arabia Saudita, di altri paesi arabi sunniti e di Israele. 

In questa sala di operazioni è dove si tracciano le strategie militari relative al sud della Siria, le zone di Dera e Quneitra principalmente. I militari statounitensi, israeliani e arabi sunniti collaborano assieme ad Amman per dirigere i ribelli che combattono il regime di Assad. Nei media arabi si è indicato che i militari israeliani che lavorano in questa sala di operazioni di Ammán appartengono al Dipartimento di Intelligenza Militare, più conosciuto cono AMAN, il suo acronimo in ebraico. La partecipazione israeliana nella sala di operazioni congiunta è ''molto attiva'' secondo quello che hanno pubblicato alcuni media arabi. 

Negli ultimi mesi e probabilmente dovuto all'appoggio che ha ottenuto il denominato ''asso del bene'' che formano Stati Uniti, Israele e i paesi arabi sunniti, il Fronte al Nusra ha ottenuto importanti vittorie militari nel sud della Siria. E in questo contesto si spiegherebbe la distruzione del trasporto di Hezbollah e dell'Iran da parte di Israele il 18 Gennaio. Inoltre, media arabi e occidentali hanno indicato che molti miliziani- si parla di almeno centinaia-, inclusi quelli del Fronte al Nusra, sono addestrati militarmente in campi di allenamento giordani e sauditi sotto la supervisione del chiamato ''asso del bene'' prima di essere inviati nel sud della Siria. 

Secondo il diario Al Akhbar libanese, che cita alcuni funzionari siriani, si stima che soltanto dall'inizio dell'anno sono entrati nel sud della Siria circa 450 jihadisti che sono stati allenati nei campi sauditi e della Giordania, e che provengono da diversi paesi, come dal Marocco o la Libia. Quel che è chiaro è che questi miliziani e temibili jihadisti che vengono reclutati nei luoghi più appartati del mondo arabo non attaccano mai Israele pese che lo stato ebraico è a due passi dalle loro posizioni. 

Articolo del 01/02/2015 di Eugenio Garcìa Gascòn per il quotidiano spagnolo ''Pùblico'' tradotto da Juan de Lara per Vis Sapientia. 



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