Era il 19 febbraio del 2012 quando i nostri due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre venivano arrestati dalla polizia indiana. I capi di accusa, ancora tutti da dimostrare, sono gravosissimi: dall’omicidio, al tentato omicidio, fino all’associazione per delinquere. Sono passati 3 anni. La nave sulla quale lavoravano i due marò, in quello specifico momento, era chiaramente in acque internazionali e pertanto dal momento che la bandiera sventolante sull’ imbarcazione era quella italiana, la funzione giudiziale dell’accaduto doveva, naturalmente, competere a un tribunale o meglio a un giudice italiano secondo le norme del diritto internazionale.
La giustizia indiana, puntella la propria decisione affermando che, l’imbarcazione abbia violato, in aggiunta, la Convenzione internazionale del 1988, la quale stabilisce, in caso di atti illeciti, che la giurisdizione di uno Stato arrivi fino a 200 miglia dalla costa. Secondo la prassi giuridica internazionale però, l’ampiezza di tale porzione di mare era stabilita in 3 miglia marine dalla costa (corrispettiva alla gittata media dei cannoni), ma alcune Nazioni avocavano ampiezze maggiori, fino a 200 miglia marine dalla costa. La Convenzione di Montego Bay, dopo quanto sopra, ha stabilito che ogni Stato è nella piena libertà di decidere l’ampiezza delle proprie acque territoriali, fino ad una estensione massima di 12 miglia marine, misurate a partire dalla linea di base e come fissato dalle carte nautiche riconosciute dallo Stato costiero.
La questione ha assunto toni farseschi: farsesco che ancora non sia cominciato il processo, farsesco il comportamento delle autorità indiane, farsesca la violazione delle più elementari norme internazionali. Vergognoso il comportamento del governo italiano che si è fatto mettere i piedi in testa anche dall'India. Un governo che non ha saputo difendere due suoi soldati, che non ha saputo farsi valere sul piano internazionale, che ha riempito di balle i giornali e soprattutto ha preso in giro i familiari dei due marò. Pertanto vanno riportati in Italia e giudicati in Italia secondo la legge italiana e i trattati internazionali. Il Governo penserà a questo o ci riempirà di bugie come ha sempre fatto? Chissà… il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Tenetelo a mente.
STEFANO MASTRILLO
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