La nuova versione di “aggiungi un posto a tavola”? Si chiama Home restaurant

…“Cucini davvero bene sai? Dovresti farlo per lavoro”…
…“Sarebbe bello andare a cena fuori ma i ristoranti sono affollati e troppo costosi ormai…”
Se vi siete riconosciuti in queste frasi, l’home restaurant fa al caso vostro.



Oggi il ristorante di tendenza è quello “fatto in casa”.
Il segreto del successo del social eating? Può essere un modo per dare sfogo alla vostra creatività, un buon business per arrotondare, un modo per combattere la noia ed evitare di mangiare soli oppure ( perché no!) un modo per fare nuove amicizie e trovare un lavoro o magari…l’amore!

Che voi vogliate essere cuochi o clienti il punto di partenza è la sponsorizzazione dell’evento su una piattaforma online. Una delle principali è Gnammo che mette d’accordo cuochi amatoriali e ospiti da ogni parte del mondo; è la più grande community italiana. Diffusa in 124 città dove ha arruolato la sua comunità conta più di 54.000 utenti tra cui più di mille cuochi e realizzato 500 eventi social. Sul sito sono segnalati brunch da 10 euro fino a cene-spettacolo da 40 euro ma anche menù indiani, messicani, fusion . Molti sono gli eventi a tema, come ad esempio le cene con destino, durante le quali le portate principali sono intervallate dalle predizioni del futuro o le serate a tema vintage come quelle ispirate al Grande Gatsby o ai banchetti della Roma imperiale ma tante sono anche le idee bizzarre come “la cena in calzini” o la “merenda con manicure”... Si spazia quindi dalla cucina regionale a quella etnica o vegetariana fino ad arrivare al sushi, al vegan e persino al gluten free.

Il filo conduttore resta il cibo, ma ci si può sbizzarrire con la fantasia. I prezzi variano in base alla location e al menù, che conoscerete in anticipo, il “conto” si paga direttamente sul sito al momento della prenotazione; per il resto sarà una sorta di “appuntamento al buio”.

A cercare questo tipo di esperienza sono anche i turisti che vogliono arricchire il loro viaggio con nuovi benefit, tra cui la possibilità di socializzare con la comunità locale. Già perché l’home restaurant non è solo una questione di cibo ma anche e soprattutto un momento di scambio culturale e sociale. Vi è venuta voglia di provare? Ecco cosa c’è da sapere. Tutto si svolge tra le mura domestiche, l’home restaurant non costituisce attività commerciale quindi non costa niente “aprirne uno”.

Non serve autorizzazione sanitaria (anche se è preferibile munirsi di un attestato sulla sicurezza alimentare) e il numero degli invitati lo scegliete voi (di solito il numero massimo è 12). Riguardo all’aspetto fiscale, è possibile svolgere attività lavorativa occasionale, senza partita Iva, fino ad un massimo lordo di 5.000 euro annui, soglia di esenzione dall’obbligo contributivo.

Tra le altre piattaforme più famose, oltre a Gnammo, troviamo Newgusto e Ceneromane e se volete sperimentare qualcosa di più economico, c’è  People Cooks, che offre pasti a soli 6 euro!

                                                               GIADA D'ABRUZZO

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