La Francia dice no alle modelle troppo magre in passerella. La Camera bassa dell’Assemblea nazionale ha approvato la normativa promossa dai socialisti nell’ambito della lotta all’anoressia che punta a eliminare un fenomeno di cattivo esempio per le giovanissime che vede spesso modelle troppo magre che diventano icona per le donne di tutto il mondo.
“Chiunque abbia una massa corporea al di sotto di un certo livello non potrà esercitare la professione di modella – hanno tuonato dalla Camera – lo prevede la legge che deve però ancora passare al vaglio del Senato”. Nel mirino sono finite le agenzie, colpevoli di presentare sulle passerelle modelli di donne sbagliate per la società e che diventano oggetto di imitazione, le multe prevedono 75 mila euro e 6 mesi di prigione per coloro che impiegano persone sotto gli standard. E meno male. Ma la domanda è un’altra: quando diremo anche noi basta?
Il nostro Paese si può consolare con un codice di autoregolamentazione, firmato nel 2007 da Governo e Camera Nazionale della Moda Italiana, che invita gli stilisti a non far sfilare ragazze con disturbi alimentari. Ma il mondo moderno rende ciechi i nostri legislatori, che a quanto pare non vogliono risolvere del tutto questo problema, dato che sono accecati solamente dalla potenza del Capitale, il quale di fronte a tanto menefreghismo e imbecillità non può fare altro che sfregarsi le mani.
Una magrezza eccessiva per alcune donne è sinonimo di bellezza e di sicurezza, senza pensare che dietro a quel pensiero si nasconde in realtà un disturbo della sua psiche e ad un’alimentazione del tutto sbagliata. Il sogno di un corpo perfetto tra le modelle che cercano di accaparrarsi la prima pagina di riviste patinate e/o passerelle importanti, porta in alcuni casi ad un rifiuto del cibo, trasformandosi in ossessione che sfocia in anoressia o bulimia e nei casi più gravi porta alla morte; oltre al fatto che questi comportamenti possano essere imitati anche da molte ragazze comuni che hanno come loro idolo queste modelle.
Stefania Ferrario, modella italiana in Australia, si sta rendendo protagonista di una campagna Twitter #droptheplus in cui rivendica il diritto di essere definita solo una "modella". Togliete il "plus" è il grido di battaglia dell' indossatrice che ha raccolto molto successo sui social network. “Io voglio essere soltanto una modella, voglio essere apprezzata per quello che faccio” sostiene la Ferrario. Ma fino a quando nella moda esisteranno i concetti di "curvy" "plus" e "oversize" il diktat della magrezza sulle passerelle non potrà dirsi sconfitto, tanto più se si considera che il mondo moderno ritiene "Big size" tutto quello che supera la taglia 38. Ma come fa una donna che porta una 42 ad essere definita "plus"?
Anche Lane Bryant, leader della moda plus – size, ha lanciato una campagna contro gli angeli di Victoria Secret, nato con l’idea di compiere una vera rivoluzione in fatto di moda e beauty. Un messaggio davvero molto forte, rivolto a tutte le donne: “Tutte sono sexy” L’obiettivo della campagna è di rovesciare questo sistema, volto solo al denaro e non alla persone, che si vedono diverse e quindi insicure: questo dovrebbe essere sempre l’obiettivo di ogni donna, sia nella moda, sia nella propria vita. La sicurezza, sia quella personale, ma anche quella identitaria e dei popoli che il sistema punta a distruggere, è molto più sexy di una manciata di costole in evidenza. La sicurezza è in grado di rendere belle, a prescindere dalla taglia che portano.
STEFANO MASTRILLO
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