C’è solo
tabacco.
I
ricordi abitano nella mente.
Le
ferite arredano il cuore.
Il tuo
odore quando tornavi
era la
prima cosa che emanavi,
trasudavi
assenza d’amore,
poi te ne
andavi, silenziosamente.
Eri una
bestia da addomesticare,
eri un
bambino mai stato tale.
Impregnato
di aridità e insicurezza,
fatto a
tentoni il tocco di ogni carezza.
Parlarti?
Così vuoto e sordo da fare solo male.
Amarti?
E’ tardi. Nessuno ormai ti può scaldare.
Cosa
conta veramente per te allora
se non
tenere il tempo impegnato
per
sentirti importante e darti un senso,
per non
esser più “quello che sta isolato nel cortile”.
Se
qualcuno te l’avesse donato o magari insegnato,
saresti
stato un grande uomo, io penso.
Invece
di te quello che resta,
a parte
il dolore e le speranze vane,
e’ un
ricordo nella testa.
Non c’è
nel cuore il profumo del pane:
C’è solo
tabacco.
GIADA D'ABRUZZO
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