A Roma, dal 29 al 31 Maggio 2015, si terrà lo YES – Youth Economic Summit – un'importante iniziativa che si propone di coinvolgere cinquanta giovani professionisti sotto i 35 anni, scelti tra le eccellenze italiane, che si incontreranno per discutere i temi del futuro per lo sviluppo italiano. Confassociazione Giovani è l'organizzatore del summit e in questi tre giorni darà l'opportunità ai giovani di confrontarsi e di instaurare un dialogo strutturato al fine di definire quelle che sono le prospettive future di sviluppo del paese.
I giovani saranno, quindi, parte attiva, protagonisti nei processi decisionali che coinvolgono le istituzioni e gli operatori economici; potranno, altresì, confrontarsi e attingere metodi nuovi da questi ultimi. L'idea è quella di dare vita a un grande network di eccellenze, che possa divenire generatore a sua volta di innovazione per il sistema Italia, e di creare un luogo di discussione attiva e proficua. La sfida è in perfetta linea con le ambizioni di Confassociazioni, organizzazione nata nel Luglio 2013 con lo scopo di creare nuove prospettive per la crescita e lo sviluppo del Paese in termini di conoscenza, innovazione, qualità ed efficacia nelle prestazioni fornite al cittadino/consumatore.
La “tre giorni” sarà ricca di eventi e workshop in cui le giovani eccellenze (scelte in base a riconoscimenti e al loro curriculum vitae), organizzate in cinque gruppi – ognuno formato da dieci candidati –, discuteranno attivamente temi come: Capitale Umano (la valorizzazione del potenziale umano e delle nuove professionalità); PA e Semplificazione (approcci technology based per la rivisitazione di professioni e modelli di gestione pubblici); Nuove Professioni e Startup (nascere, crescere e avere successo in Italia. Best Practice e modelli comparativi); Università e Lavoro (rivitalizzazione del sistema d'istruzione per rispondere alle mutate esigenze delle imprese); Smart Health (le nuove tecnologie e i big data che danno un contributo fattivo per innovare il sistema sanitario).
Insomma un evento davvero che promette di essere un grande “incubatore” di soluzioni e l'occasione per portare all'attenzione degli esponenti del mondo economico, dei leader politici e dell'opinione pubblica il punto di vista dei giovani professionisti italiani. Ho incontrato Roberto Miscioscia, 28 anni, presidente di Confassociazione Giovani, manager nella comunicazione istituzionale in un'agenzia indipendente – Net in Progress – , già membro di TAAN, il più importante network mondiale indipendente delle agenzie di comunicazione, e organizzatore del summit.
Roberto, questo dello YES si prospetta davvero un evento interessante e ricco. È il primo anno che viene realizzato un progetto del genere e, possiamo dire, che il making of è tutto merito tuo. Volevo chiederti, a tale proposito, com'è nata l'idea del Summit.
Sì, beh diciamo che l'idea nasce a Maggio 2014, quando Angelo Deiana, che è il presidente di Confassociazioni, che conosco anche per vicende professionali, mi chiama e mi propone di diventare il presidente nazionale dei giovani di Confassociazioni. Voleva lanciare una sezione giovanile dell'associazione e mi è sembrata una bella sfida da affrontare e così, dopo un periodo di riflessione, ho deciso di accettare. Ho avuto poi l'idea di realizzare un summit incentrato sui giovani. Così ho fatto un report dettagliato al Consiglio Direttivo, per mostrare quelle che erano le mie intenzioni, l'ho presentato all'Assemblea Annuale il 9 Luglio 2014 e da lì è partito tutto.
È accaduto tutto in poco tempo, quindi. E qual è l'innovazione del Summit?
L'innovazione del nostro summit non sta nel format, che è quello di Cernobbio – quindi di Ambrosetti –, quello del World Economic Forum, quello di Letta, quello di Aspen Institute, ma risiede nel fatto che esso sia under 35, che i giovani siano protagonisti (e non lo siano solo i Senior) e, soprattutto, il fatto che siamo “non governativi”, cioè non abbiamo supporto economico dallo Stato.
In ogni caso, però, so che avremo al Summit delle rappresentanze politiche.
Assolutamente sì. Ad oggi, non ci sono ancora nomi confermati, ma stiamo interloquendo con il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione nel governo Renzi Marianna Madia, con il ministro della Salute nel governo Letta Beatrice Lorenzin (in quanto ci sarà una sezione importante dedicata alla Sanità), con la deputata al Parlamento Europeo Debora Serracchiani e con molti altri. Ancora dobbiamo definire bene il parterre.
Comunque abbiamo già il patrocinio del Ministero dello Sviluppo economico e stiamo accordandoci con la Regione Lazio, con il Consiglio dei Ministri e con il Senato. Quindi la componente istituzionale sarà garantita.
Come verrà strutturato il Summit?
Verrà diviso in due momenti: i primi due giorni (il venerdì e il sabato) saranno di scambio e di confronto tra i tavoli presenti, a porte chiuse lontano dai media e dai visitatori. Qui i giovani partecipanti potranno discutere tra di loro, affiancati dai Senior Speakers in qualità di tutors. L'ultimo giorno (la domenica), invece, è dedicato alla parte “istituzionale”, in cui si esporrà il prodotto del lavoro fatto i giorni precedenti.
C'è uno, fra i temi che verranno trattati, che a noi giovani facenti ancora parte dell'ambito universitario interessa particolarmente: quello riguardante “Università e Lavoro”. Cosa puoi dirci in merito?
Intanto ci tengo a precisare che tra i partecipanti, che sono in tutto cinquanta candidati, verrà fatta una differenziazione per tematiche. Cioè, ogni tavolo avrà un oggetto, un tema, scelto tra i cinque proposti; quindi avremo cinque tavoli composti da dieci partecipanti ciascuno. Il tema “Università e Lavoro” credo sia fondamentale, in quanto è dalle università che vengono fuori i giovani che dovranno entrare nel mondo del lavoro. Cercheremo, quindi, di proporre preparazioni ottimali post-laurea (sia triennale che specialistica), non per forza surrogate da corsi a pagamento come i master. Ad oggi, noi auspichiamo una “rivitalizzazione” del sistema di istruzione di terzo livello, per rispondere alle mutate esigenze delle imprese italiane e straniere, valorizzando il ruolo delle stesse non solo come stakeholders, ma anche come partner finanziari coinvolti nei processi decisionali universitari che li riguardano.
Quindi davvero un bell'investimento sui giovani. Tutto organizzato nei minimi dettagli, ma cosa ci dobbiamo aspettare al termine del Summit? Cioè, quale sarà poi concretamente l'utilità di questo evento?
Noi abbiamo dato come parametro chiave la concretezza. In pratica, un determinato progetto deve essere assolutamente realizzabile nell'arco temporale di circa un anno. E questo presuppone che tale progetto debba essere “piccolo”, reale, concreto appunto. Non vogliamo cambiare il mondo. Vogliamo costruire una best practice, un esempio, un pilota. Perché noi non siamo né un'istituzione né siamo pagati per portare avanti questo progetto. Siamo persone che credono nell'Italia e crediamo che questo paese possa dare ancora tanto. Se questo progetto funzionerà, verrà presentato allo Youth Economic Summit 2016 e noi, nel nostro piccolo, avremo vinto. La nostra vittoria è, quindi, basata sul successo delle iniziative che porteremo avanti dal 1° Giugno 2015, fino al prossimo summit.
Roberto sei stato molto chiaro. Ti faccio un'ultima domanda: cosa ti auguri e cosa auguri ai giovani italiani per il futuro?
L'idea è di mettere cinquanta persone, con un background lavorativo e relazionale importanti, in contatto tra loro. Sono le connections che fanno sì che ci siano confronto e discussione – Linkedin, ma anche molte altre piattaforme online, ne hanno fatto un modus vivendi – per testare quali siano le vere capacità di realizzare i vari progetti. L'output sarà l'effettiva realizzazione di quei cinque temi proposti e discussi durante il summit, al fine di farli diventare progetti concreti, spendibili per decine di migliaia di ragazzi che meritano di fare parte del mondo del lavoro. Faremo sì che essi possano prendere questi strumenti e farne un volàno per le proprie carriere.
Il tema principale, dato che siamo tutti under 35, è un tema generazionale: diamo una mano, noi che siamo già nel mondo del lavoro, ad altri giovani e aiutiamoli ad avere la nostra stessa fortuna, spendendo sulla società civile.
Saremo aiutati, infine, da un grande partner, che contribuirà al successo dell'evento: Bain & Company, che è una delle più grandi aziende, leader in Italia, in Europa e nel mondo – insieme alla Boston Consulting e alla McKinsey –, che offre supporto e consulenza aziendale.
Su ogni tavolo, quindi, ci sarà un manager di Bain, che ci aiuterà nell'obiettivo di raggiungere le soluzioni ai temi che ci proponiamo e nell'idea di creare una vera e propria thinking community da cui far nascere progetti e, perché no, nuove collaborazioni.
Sono molto impressionata ed emozionata per questo evento. Non mancherò assolutamente di prendervi parte come visitatrice il 31 Maggio. Intanto, Roberto ti ringrazio molto per la tua disponibilità e ti auguro un grande “in bocca al lupo” per questo ambizioso progetto.
Grazie a te. A presto.
Le iscrizioni sono aperte fino al 30 Aprile 2015.
Per tutte le altre info visitate il sito ufficiale dello YES: www.youtheconomicsummit.it
Articolo molto interessante e complimenti all'autrice. Molto importante è l'argomento dell'imprenditoria giovanile che complice la crisi economica che caratterizza il nostro paese in questo momento storico, ostacola e rende molto difficile.
RispondiEliminaCiao Daniele. Ti ringrazio molto e sono felice che l'articolo sia piaciuto. Trattare questi argomenti molto cari ai giovani mi sembra il minimo per ricominciare a credere in noi stessi e ad un futuro più roseo.
RispondiEliminaGrazie ancora :) un saluto. DILETTA PRIMI