Contro la Democrazia per la Democrazia
Sono diverse settimane che sotto i riflettori dei mass media e sui maggiori social network si è aperto un dibattito sul ddl Cirinnà che, approdato ieri in Senato sarà discusso il prossimo 2 febbraio. Se nei palazzi del governo si mantiene comunque una sorta di simil democratica libertà, tanto di opinione quanto di espressione, lo stesso non avviene in quegli spazi “liberi” in cui, spenti i riflettori, si può abbandonare la maschera buonista del politically correct assumendo le sembianze di quel personaggio dittatoriale totalitaristico che alla luce del giorno si combatte. Non sono fantasticherie quelle qui sopra citate.
Da giorni i media italiani parlano del disegno di legge per la regolamentazione delle unioni civili senza celare la loro posizione in merito, ma non apriamo ora uno sterile dibattito sulla decadenza del giornalismo italiano, infatti quello che più fa scalpore è l’immedesimazione dei profili social in questa carriera. Basta aprire uno qualsiasi dei maggiori social network per leggere post sui diritti da difendere a spada tratta. Tutto rispettabilissimo finché non si arriva ad insultare chi, su temi di tale importanza, ha un’opinione diversa. E allora partono raffiche di insulti agli organizzatori delle manifestazioni a favore della famiglia apostrofati come cattolici retrogradi bigotti, omofobi e fascisti.
Si difende la democrazia negando la libertà agli avversari. Si difendono i diritti infangando la democrazia. Per paura del confronto si attacca la parte opposta. Per pareggiare le differenze si eliminano i diversi…pensieri. Ma se da uno strumento tanto dispersivo come quello di un social network non ci si aspetta niente di più di questo, lo stesso non si può dire se si parla di quel ambiente che dovrebbe formare le menti della gioventù italiana.
Facoltà di Architettura, sede di Valle Giulia, l’oggetto incriminato una locandina del Family Day, manifestazione indetta per questo sabato a Circo Massimo che ospiterà, secondo le previsioni degli organizzatori, circa un milione di manifestanti. La locandina, apparsa in una bacheca della facoltà, ha subito acceso discussioni tra studenti meravigliati e scontenti e colleghi neanche minimamente infastiditi. Imputando l’affissione alla Cappellania della Facoltà per la vicinanza di sue locandine a questa, scendono subito in campo i collettivi e i sindacati di sinistra che conducono la loro battaglia in due modi: inoltrano formale richiesta di chiarimenti alla presidenza della facoltà e agli organi competenti richiedendo inoltre la rimozione dell’affissione, ricascano, attraverso un comunicato nella trappola di elargire colte ed educate affermazione per nulla offensive contro i soliti cattolici retrogradi bigotti, fascisti e omofobi già citati.
Ricordando ai soliti noti come la Cappellania sia un servizio autorizzato e riconosciuto dall’ateneo come organo di assistenza e formazione spirituale allo studente, come la laicità dell’università non equivalga all’ateismo, come nessuna affissione della locandina per la manifestazione Svegliati Italia sia mai stata vietata, come la stessa locandina non avrebbe destato tutto questo scalpore se di parte favorevole al ddl, Vis Sapientia, associazione universitaria studentesca che pone al centro del proprio lavoro lo studente, le sue necessità, i suoi diritti e i suoi doveri prefiggendosi l’obiettivo di portare nell’ ateneo una maggiore consapevolezza su fattori sia universitari che extra universitari, constata come alcuni degli studenti, per la cui istruzione investono smisuratamente i genitori e in maniera inadeguata lo stato, dispongono di tempo, durante la sessione di esami, per denunciare una fantomatica democrazia a detta loro disonorata, per disonorarla a loro volta cercando di mettere a tacere le voci fuori dal coro, per manifestare la loro levatura culturale in elaborati turpiloqui.
VIS SAPIENTIA
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