Benzina sul fuoco: gli aiuti destinati agli amici del terrorismo


Continua incessante la frenetica attività diplomatica indirizzata a risolvere il conflitto siriano, ormai in corso da cinque anni. Viene allora da chiedersi se, dopo tanto lavoro, la direzione seguita sia quella giusta. In questi giorni si sono svolti tre importanti incontri tra Roma, Londra e Ginevra, ma le premesse sembrano ben lontane dai risultati auspicabili.Il motivo principale per cui l’attività finora svolta non ha prodotto frutti è più semplice di quello che potrebbe sembrare. La promessa di combattere Daesh non potrà mai essere mantenuta se il Presidente Assad non sarà riconosciuto come elemento imprescindibile. È evidente però che ciò è impossibile.
La guerra scoppiata in Siria è nata col preciso fine di sovvertire il legittimo presidente e sostituirlo con una più controllabile democrazia “all’americana”. A prova di ciò l’esempio dei colloqui di Ginevra è calzante. Le trattative sono state momentaneamente sospese perché il presidente siriano sembrava avere la meglio; occorre più tempo per ribaltare la situazione. “Cercheremo di schiacciare Daesh da ogni angolo e togliergli rifornimenti” ha riferito il segretario di stato americano John Kerry durante il vertice dello Small Group a Roma. È ironico che tra i paesi appartenenti al gruppo, selezionati per il grande impegno nella lotta al terrorismo islamico, non figurino né Russia né Iran, e ovviamente neanche la Siria stessa. Tra i presenti c’erano invece Arabia Saudita, Qatar e Turchia, già protagoniste di innumerevoli controversie nei rapporti con lo Stato Islamico. Forse sono stati invitati i soggetti sbagliati?
Purtroppo nessun errore ingenuo. Perché gli stessi erano presenti due giorni dopo a Londra alla Conferenza per i donatori per la Siria, organizzata per raccogliere fondi da destinare alla popolazione colpita dalla guerra civile. Sono stati raccolti oltre 10 miliardi di dollari, a cui l’Italia ha contribuito con ben 400 milioni. Ancora una volta gli aiuti potrebbero essere destinati nelle mani sbagliate (non paghi dei 3 miliardi stanziati dall’Ue ad Ankara). Ma il primo ministro inglese Cameron è stato chiarissimo anche stavolta “Non si arriverà a una soluzione a lungo termine della crisi in Siria senza una transizione politica e dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione nonostante le difficoltà”. Altro che aiuti, l’occidente continuerà a portare guerra!

                              EDOARDO JACOBINI

ARTICOLO UFFICIALE: http://krypteia.altervista.org/benzina-sul-fuoco-gli-aiuti-destinati-agli-amici-del-terrorismo/?doing_wp_cron=1456423326.4002480506896972656250

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