L’Europa diventa schiava di Erdogan



L’ennesima umiliazione per il popolo greco potrebbe arrivare dai recenti accordi fra Ue e Turchia. I burocrati europei sono infatti disposti a trattare col dittatore Erdogan sulla richiesta di 6 miliardi per contenere l’afflusso di migranti dai confini turchi.

Eppure solo qualche settimana fa si sbandierava come grande successo etico e politico il piano da 700 milioni per la gestione dei migranti in seno all’Europa, di cui solo 300 potrebbero arrivare ai Greci, attualmente invasi da fiumane di immigrati, bloccate sul confine macedone nel campo di Idomeni. Dunque, secondo l’Ue, alla Grecia, culla della cultura e delle radici europee nonché membro di tale Unione, spetterebbe un ventesimo di quanto andrebbe alla Turchia, Paese extra-Ue, dai dubbi rapporti e affari coi tagliagole dell’Isis.

L’intesa sarà discussa fra il 17 e 18 marzo, e probabilmente Erdogan riceverà i suoi miliardi, rendendo così la Ue (capace solo di offrire briciole e ramanzine ai Paesi membri) complice di un dittatore che impedisce la libertà di stampa, commercia petrolio coi terroristi e gioca pericolosamente col fuoco russo. Come al solito in Europa, quando si pensa di aver toccato il fondo c’è sempre qualcuno che bussa da sotto.


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