Ora i risultati sono ufficiali: il popolo inglese ha scelto di non sottostare più ai diktat europei, votando in maggioranza per il Leave (=lasciare) l'Unione Europea, con buona pace dei buonisti, europeisti e paladini della democrazia (quando gli pare a loro), che vedono in questo risultato il ritorno della famose piaghe d'Egitto (uccisione primogeniti maschi, invasione delle cavallette ecc.) Al di là delle battute, cosa prevedeva il Referendum? Innanzitutto cominciamo col dire che questo era un Referendum sull'Unione Europea e non sull'Euro, dato che la moneta della Gran Bretagna è la sterlina. Quindi la Gran Bretagna è già uno Stato Sovrano, dotato di una sua Banca Centrale che ne coordina la politica monetaria.
La sua politica fiscale, è gestita dal Governo, ma tuttavia deve comunque sottostare alle regole del Trattato di Maastricht del 3%, cosa che agli inglesi non sta bene, dal momento in cui, sforando questo parametro, sono oggetto delle famose procedure per deficit eccessivi, che prevede multe per chi sfora il tetto del 3%. Inoltre gli inglesi rifiutano il Fiscal Compact, reo di bloccare la crescita economica (i dati sulla crescita economica danno ragione ai britannici) e soprattutto non accettano le politiche europee riguardanti l'immigrazione. Questi sono i principali motivi del malcontento inglese.
L'uscita dall'Unione Europea è contemplata dall'articolo 50 del Trattato di Lisbona, rimasto fino ad ora inutilizzato. Ma la riunione del vertice Ue di martedì e mercoledì prossimi potrebbe essere la prima occasione per Cameron di attivare l'articolo 50. Prima di quel vertice a 28 ci sarà una "riunione informale a 27" per "una riflessione", ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Adesso occorre però fare un'analisi, a prescindere dal fatto di sostenere il Brexit o il Bremain: questa Europa va cambiata. L'Europa non può essere soltanto vincoli. L'Europa non può essere soltanto politiche economiche che distruggono l'armonia, la pace e la prosperità dei popoli e dei suoi figli. L'Europa non può essere soltanto la paladina delle banche. L'Europa deve essere in grado di pensare e tutelare i suoi popoli, garantendo loro tutto il necessario, senza essere un cappio per le economie e dove tutti gli Stati contino allo stesso modo, senza egemonie da parte di qualcuno. Altrimenti se la situazione rimarrà questa, allora è meglio dirci addio.
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