FMI: L’EURO È TROPPO FORTE DEL 6% PER LA FRANCIA E TROPPO DEBOLE DEL 15% PER LA GERMANIA


Il Fondo Monetario Internazionale ha calcolato quello che dovrebbe essere il valore dell'Euro, se corrispondesse alle caratteristiche di ciascun sistema economico dell'Eurozona. E' nettamente sopravvalutato per la Francia e nettamente sottovalutato per la Germania. 

Per la Francia, il tasso di cambio attuale dell’euro è superiore di circa il 6% rispetto a quello che dovrebbe essere per risultare adatto alle caratteristiche economiche dell’Esagono, in particolare la competitività un po’ “esile”, come la corporatura di Stan Laurel. Ed è esattamente l’opposto di quello che avviene per la Germania, per la quale l’euro è sottovalutato di circa il 15%. In altre parole, se le due prime economie dell’Unione monetaria europea tornassero indipendenti, il franco “posteuro” dovrebbe essere svalutato di circa il 20% rispetto al marco “posteuro”.

Lo studio in cui sono presenti le seguenti cifre è l'External Sector Report 2016 del Fondo Monetario Internazionale, di cui alleghiamo il link a fine articolo, in cui è evidente la preoccupazione dello stesso FMI sono gli squilibri esterni delle economie nazionali:  il mondo può essere diviso in due: da un lato i paesi con surplus esterni, a volte enormi; dall’altro, quelli che registrano un deficit nella loro bilancia dei pagamenti, spesso altrettanto significativo. A partire da questo, il FMI esamina le variazioni dei tassi di cambio che sarebbero necessarie per riequilibrare i conti di ogni nazione. In altre parole, una svalutazione i per i paesi in deficit, e al contrario una rivalutazione per le economie in surplus.

Mentre la Germania nel corso degli ultimi dodici mesi ha avuto un surplus della bilancia dei pagamenti di 306 miliardi (8,5% del PIL), richiamata più volte da Bruxelles a rientrare nei parametri del 7% previsti dalle regole europee, la Francia ha avuto 21 miliardi di deficit (0,7% del PIL). Oltre a queste disparità finanziarie nei conti con l’estero, anche le disparità nei tassi di disoccupazione e di crescita gioca a favore della necessità di una variazione del tasso di cambio tra Francia e Germania. Solo che, naturalmente, questo è impossibile a causa dell’esistenza dell’euro, che si dimostra più che mai un letto di Procuste.

Chiaramente lo studio del FMI e le implicazioni per i tassi di cambio che ne derivano rimane sostanzialmente teorico. Ma è comunque una guida utile. “In un mondo in cui ci si fa a pezzi sul libero scambio e le pratiche valutarie sleali, il rapporto sui conti con l’estero del Fondo monetario internazionale è fatto per attirare l’attenzione, perché si tratta di un quadro analitico per i responsabili politici”, ha detto Alan Ruskin, stratega macroeconomico di Deutsche Bank.

Bisogna ricordare anche che il Tesoro USA, da parte sua, pubblica ogni anno uno studio simile a quello del Fondo monetario internazionale, ma inquadrato solo dal punto di vista dell’economia degli Stati Uniti. Il suo scopo dichiarato è quello di stigmatizzare i paesi, compresa la Cina, rispetto ai quali gli Stati Uniti registrano un deficit commerciale giudicato eccessivo. Il Tesoro francese dovrebbe fare lo stesso? Sarebbe molto utile a capire meglio le difficoltà dell’economia francese. A rischio, si intende, di mandare in crisi di coppia Francia e Germania, gli “Stanlio e Ollio” dell’economia europea.


Nessun commento:

Esprimi la tua opinione

Gentile lettore, puoi manifestare liberamente la tua opinione, ma ricorda che tutti i commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti ed approvati, per proteggere il sito da eventuale spam. E' necessario usare un linguaggio consono ed evitare offese, frasi volgari e diffamazioni delle quali la nostra associazione NON E' RESPONSABILE. Per proporre articoli, chiedere informazioni sulle nostre attività ecc. contattaci inviando una mail a vis.sapientia@gmail.com