Europa: l'inganno di Maastricht!!!



Il Trattato di Maastricht, firmato il 7 febbraio 1992 a Maastricht, sulle rive della Mosa, dai dodici paesi membri dell'allora Comunità Europea, oggi Unione Europea, era stato concepito per lasciare agli stati la loro identità e sovranità per proseguire sulla via dello sviluppo e della crescita economica. Mentre si lavorava all'attuazione di questo trattato, intervenne un regolamento (il numero 1466 del 1997) che di fatto ribaltò la situazione; tutto avvenne senza dibattito pubblico e saltando le procedure tecniche previste. Il regolamento sostituiva il principio della crescita economica con quello opposto del pareggio di bilancio in termini strutturali, aggiungendo un programma predeterminato tramite il quale questo doveva essere raggiunto.


In questo senso viene meno la volontà politica degli stati a favore di un rigida osservanza di coefficienti numerici ( il 3% del rapporto deficit/pil e il 60% del rapporto debito/pil). Quando i rappresentanti europei parlano di crescita economica, di fine dell'austerità, di puntare sul lavoro, non si capisce bene cosa intendono, in quanto negli obiettivi europei non esiste la crescita economica, ma solo il rispetto dei regolamenti di bilancio ecc. La dimostrazione di tutto ciò la possiamo trovare nel Fiscal Compact, un'autentica morsa letale che obbliga l'Italia a ridurre di un ventesimo l'anno la distanza che separa il rapporto debito/Pil, visto nel 2014 sopra il 133%, dalla soglia di riferimento del 60%. Inoltre il deficit strutturale per Bruxelles, non deve superare lo 0,5% che delimita il pareggio di bilancio in termini strutturali; tutto ciò significa che uno stato non può "spendere in disavanzo per effettuare investimenti che possano far crescere la propria economia".

Il prof Giuseppe Guarino, giurista e politico italiani, ha elaborato una tesi sul piano strettamente giuridico: un regolamento (valore giuridico inferiore) non può stravolgere un trattato (valore giuridico superiore), quindi la regola del pareggio di bilancio che ha sostituito quella della crescita è illegale. Sulla stessa riga è illegale e illegittimo tutto quello che, appoggiandosi a questo regolamento, è stato fatto successivamente in Europa in questi diciassette anni. In conclusione, i paesi possono riprendersi legittimamente la propria sovranità nazionale. Potremmo affermare, forti di queste tesi inattaccabili, che uscire da questa “trappola” dell’austerity, questa “gabbia” chiamata Europa, sia possibile ed indispensabile per poter riprendere la nostra sovranità nazionale ed iniziare a parlare una volta per tutte di lavoro e crescita economica.


                                                                ANDREA CATALANO


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