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                                               Paolo Barnard
                                          "Il più grande crimine"

E’ difficile, forse velleitario, sintetizzare in poche righe il saggio scritto da Paolo Barnard. Esso merita, a nostro avviso, una lettura attenta da parte di ogni cittadino che voglia capire la situazione e le dinamiche del capitalismo finanziario globale di cui siamo vittime disinformate ed indifese.  Questo testo è appunto il tentativo di sintetizzarlo, per stimolarne la lettura e la diffusione. Il saggio chiarisce anzitutto il ruolo di tutti i prodotti finanziari del capitalismo – moneta, debito, deficit, PIL, credito, ecc. – e di tutti gli attori/Istituti finanziari (FMI,BM), delle banche centrali (FED,BCE ), commerciali e di investimento. Termini e significati ampiamente mistificati da politici e giornalisti.
Distingue poi  tra Stati a moneta sovrana (USA, U.K, Giappone ,Svezia) e Stati privi di sovranità monetaria: tra questi  i 17 paesi della UE (Unione europea) che, con l’euro, con i trattati di Maastricht e di Lisbona, con altri “patti” correlati – hanno perduto ogni sovranità popolare e statuale: politica, legislativa, militare (NATO), monetaria, informativa (media commerciali e privati). Le loro costituzioni, i loro governi, le loro leggi, le loro politiche, sono subordinati, come vediamo in questi giorni, ai diktat della BCE e della commissione europea (organismi oligarchici non elettivi). Lo stesso parlamento europeo, l’unico eletto dai cittadini europei, non ha alcun ruolo decisionale e politico.
L’oligarchia finanziaria e politica della Unione europea e dell‘euro, imposta da governi bipartisan (destra/ sinistra) a tutti i popoli europei, senza informarli o consultarli (i pochi referendum popolari hanno espresso dissenso, anche vincente), è stata basata e costruita sulla ideologia neoliberista (capitalista); sulla mitologia della “Europa unita e forte”; sul dogma dell’euro, del debito e della UE; su censure, falsificazioni e propaganda mediatica a favore di liberalizzazioni, privatizzazioni, mercificazione di beni e servizi.
Lo slogan, fasullo ed assoluto dei “Mercati personalizzati”, in realtà monopoli ed oligarchie politico/ finanziarie e speculative egemoni, viene reclamizzato e osannato ogni giorno da giornali e TV collusi. Altri slogan fasulli ed assoluti: “concorrenza”, “libero mercato”, “default”, “crisi”,” borse”, ecc. 
Il “più grande crimine” di cui parla Barnard è il piano delle élite finanziarie e speculative mondiali, che produce nei Paesi e sui popoli del mondo catastrofi umane e sociali crescenti ed irreversibili, come dimostrano i dati “disastrosi”che egli fornisce nel suo saggio: non solo guerre di aggressione e di rapina (chiamate “missioni umanitarie” !?), ma disoccupazione, fallimento di aziende, fame, morti, precarietà, perdita di diritti vitali, svendita di beni comuni e pubblici, mercificazione di servizi vitali pubblici (es. acqua).
Catastrofi alle quali gli Stati privi di sovranità, in particolare monetaria, non possono opporre rimedi. Qui si dimostra illuminate la identificazione di Stati a moneta sovrana, che mantengono la proprietà della moneta e possono stamparla a loro uso, e quelli che non possono farlo, in quanto le banche che emettono moneta si appropriano anche del suo valore convenzionale: è il caso della UE e dell’euro, moneta inventata, emessa e di proprietà della BCE, che ne gestisce tutti gli aspetti, sia nei confronti degli Stati, ridotti al rango di cittadino che si indebita, che delle aziende o dei cittadini:  prestiti, debiti, quantità, impiego, ecc.
Qui sta appunto la incredibile mega truffa del “debito pubblico”, accollato ai cittadini innocenti e gli altri vincoli fasulli che ne derivano: rapporto debito/PIL, interessi più o meno esosi, disastro sociale e politico. Perciò è giusto e sacrosanto rifiutarne il pagamento, o peggio, accettare di finanziare le banche che lo hanno prodotto in modo truffaldino (come si sta facendo in USA ed in Europa). Altra formula mistica fasulla è la criminalizzazione del deficit degli Stati , considerato come assoluto, negativo e distruttivo. La demonizzazione del debito con la imposizione dell’equilibrio debito/PIL, è parte di questa mitologia fasulla.
Perciò Barnard distingue tra spesa statale a deficit positivo, possibile negli Stati a moneta sovrana e spesa statale a deficit negativo, imposta agli Stati privi di sovranità monetaria – L’Italia dal 2002 – dove l’euro è stato un gigantesco trasferimento di danaro e potere d’acquisto a danni dei redditi fissi e controllati. Lo Stato a moneta sovrana è l’unico che spendendo a deficit positivo (spese maggiori delle entrate), crea produttività, ricchezza, occupazione, stato sociale, sviluppo, aumento del PIL, di redditi/consumi riducendo l’inflazione: questa è causata da un eccesso di beni e servizi in rapporto al danaro circolante.
Perciò basta che lo Stato sovrano non emetta più danaro di quanto possa provocare questo squilibrio. Il deficit statale , in questo caso, può essere sanato sempre, mettendo più moneta in circolazione: ciò vale sia per la politica economica interna, che per quella verso l’estero (debito estero). Il Giappone ha un debito pubblico pari al 200% del PIL, ma nessuno se ne preoccupa, perchè essendo uno Stato sovrano può stampare in ogni momento il danaro necessario a sanarlo. Che lo faccia o no, dipende solo da una sua autonoma decisione politica. Lo stesso vale per gli USA (dollaro) e il Regno Unito (sterlina).
Per contro, la Grecia, Paese privo di moneta sovrana e il cui debito estero è  solo del 13% del PIL, viene considerato inaffidabile, “vizioso”, “insolvente” e sottoposto a misure antisociali “lacrime e sangue” dettate dalla BCE e dalla UE. Il reddito medio/pro capite in Grecia è di appena 3.530 euro/anno, contro i 6.251 euro della media europea. Altro che Stato pig (maiale) e sprecone, come viene descritto!
Per gli Stati a moneta non sovrana – come l’Italia e i Paesi UE – le cose vanno ben diversamente. Qui il debito con la BCE e le banche è un debito reale che deve essere scaricato sui cittadini: lo Stato non può mettere moneta e saldarlo. Si trova così intrappolato in quella che Barnard chiama la “spirale della deflazione imposta“: tagli di salari e pensioni, disoccupazione, riduzione di redditi e consumi, svendita del patrimonio pubblico e dei servizi pubblici,  con progressivo peggioramento del rapporto DEBITO/ PIL (il numeratore aumenta e il PIL cala). La speculazione finanziaria globale si manifesta poi sui titoli e sui “derivati”: un intrigo di scommesse e “giochini” che vale 1.270 trilioni di $ = 22 volte il PIL mondiale. Ma i tre dogmi  fasulli neoliberisti dominanti, negando tutta questa realtà, sostengono equazioni false e mitologie strumentali. Essi sono:
  1. la “piena occupazione crea inflazione”, non è vero, ma hanno bisogno di un esercito di precari e di disoccupati da ricattare con salari sempre più bassi  (i minimi possibili a scala mondiale).
  2. Per creare occupazione occorre diminuire i salari”, falso: è l’esatto contrario.
  3. L’euro è una moneta europea, guai a rifiutarlo !” falso per quanto detto nel saggio.
Anche l’isteria del deficit è un falso, se riferito ai Paesi moneta sovrana. 
In sintesi, il piano dei neoliberisti, cui sono asserviti governi di destra/sinistra, è dunque chiaro e provato: smantellare la sovranità dello Stato e della democrazia conquistata, privarlo dei mezzi per investire e legiferare, acquisire le sue funzioni ed i suoi beni pubblici a prezzo minimo, ridurre al minimo i salari ricattando i lavoratori con la precarietà e la disoccupazione, azzerare diritti sociali e costituzionali, anche vitaliQuesto piano è già in gran parte attuato, come dimostrano i dati drammatici che riguardano la società greca, italiana o spagnola, grazie al gioco dell’euro ed ai trattati/patti della UE (descritti in dettaglio nel saggio).
Il piano criminoso ideato negli anni ’30 è stato portato a compimento  nel corso dei decenni scorsi: in particolare, alla fine della seconda guerra mondiale, con la mitologia dell’Europa e dell’euro, con l’assenso esplicito di governanti europei di destra/sinistra, con una martellante propaganda mediatica e con le guerre. Ha subito accelerazioni disastrose con la caduta dell’URSS e con la cosiddetta lotta al “terrorismo” (2001). In  sostanza, esso è servito a bloccare e far arretrare la spinta popolare, costituzionale e sociale dei popoli e degli Stati (socialdemocrazia) di questi decenni, per riportarla, con un minimo di repressione, alle condizioni di ricatto e di schiavismo, tipiche del periodo medioevale. In questo modo i popoli evoluti e sfruttatori dell’occidente stanno sprofondando nella realtà sociale del 3° e 4° mondo.
In chiusura del suo saggio l’autore illustra i capisaldi dell’ideologia e della prassi neoliberista, con le conseguenze disastrose che ha provocato e provocherà. In particolare cita dati sociali drammatici (2010) riferiti alla realtà italiana. Negli USA la “crisi” ha portato i miliardari da 793 a 1011 ; nel regno Unito ci sono 54 disoccupati per ogni posto di lavoro. Ma questi due Paesi, a moneta sovrana, possono rimediare: se non lo fanno è perchè danno priorità agli interessi delle élite finanziarie capitalistiche. Il loro potere si basa su una moneta sovrana e su Governi unitari sovrani (che l’UE non ha), ma anche su armi di sterminio nucleari e sul dominio dei mass-media mondiali e dell’ideologia neoliberista globalizzata.
Il valore “formativo/informativo” del saggio, sintesi evoluta e completa di libri, testimonianze e documenti largamente censurati dai grandi mass-media, è a nostro avviso, indiscutibile. Ma la conferma più consistente riguarda il socialismo e i Paesi socialisti, passati e presenti, che hanno contrastato questa deriva capitalista, realizzando modelli sociali ed economici alternativi e coerenti con le soluzioni indicate nel saggio. Barnard riconosce che il crollo dell’URSS è stata una manna per i neoliberisti-criminali, ma non condivide, senza motivare, la “dittatura sovietica” (diffuso slogan neoliberista).
Contraddizione a parte, non si accorge che l’imperialismo chiama appunto “dittatori” tutti i leader storici, invisi e rivoluzionari, eletti dai popoli: F. Castro, Chávez, Milosevic, Saddam Hussein, Gheddafi …
Forse il “dittatore” più folle e pericoloso è il premio Nobel (!?) Obama (USA) con le sua ideologia globale e le sue armi di sterminio e di occupazione, al servizio delle multinazionali, che Barnard denuncia.
Se il “più grande crimine” dell’imperialismo è quello monetario, altri devastanti crimini lo accompagnano e lo sostengono: i Capitali, le armi nucleari, la propaganda mediatica, la sudditanza dei governi neoliberisti, la sovranità monetaria, tutelata in patria e negata in Europa e nel mondo. Non è un caso che il Regno unito – avamposto dell’imperialismo USA e sionista in Europa – abbia mantenuto la sua “sovranità monetaria” pur stando “fuori dalla UE (che pure condiziona). Anche il Giappone, che svolge lo stesso ruolo in Asia,  pur  sconfitto nella seconda guerra mondiale – ha conservato la sovranità monetaria.
E’ un caso? Oppure il regista vero del gioco al massacro neoliberista sta nella FED e negli USA di Obama?


                                                                          VIS SAPIENTIA

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