La moda dell'Isis e la crisi identitaria



Nel mondo moderno succede anche questo. Nell’era in cui tutto sembra essere superfluo, dove tutto sembra girare al contrario, dove le poche persone intellettualmente oneste sembrano pesci fuor d’acqua, succede che in una scuola media si arrivi a questi episodi incresciosi, che ci fanno capire quanto sia malata la società in cui viviamo. 


I ragazzi chiedono all'insegnante notizie sull'Isis: chi sono, qual è il loro programma, quali sono i loro metodi, e così via. La risposta dell'insegnante è circostanziata. Spiega che molti suoi aderenti vengono dall'Europa, che spesso sono perfettamente integrati, benestanti, laureati, e che uno dei loro celebri tagliagole era stato un celebre dj. Spiega che quelli dell'Isis distruggono tutti i simboli cristiani e uccidono chiunque non si converta all'islam e diverse altre cose. Alla fine, quella stessa insegnante pone ai ragazzi la domanda: “E voi cosa fareste se l'Isis arrivasse a casa nostra?” La risposta è quasi stata unanime: "Ci convertiamo all’Islam!" 



La colpa di tutto ciò non è dei ragazzi, portatori di gioia e di amore, ma di coloro che dovrebbero indicargli la via maestra e non ridurli a vivere in una società senza ideali. Ai bambini hanno tolto il Natale sostituendolo con parole vuote come Inverno, segno che il Natale è un concetto forse troppo obsoleto e tradizionalista per essere festeggiato. I “valori” che vogliono essere trasmessi li ritroviamo nella teoria del genere che mira alla creazione e all’esportazione di un nuovo modello antropologico, pienamente funzionale al capitalismo dilagante: l’individuo senza identità, isolato, infinitamente manipolabile, senza spessore culturale, puro prodotto delle strategie della manipolazione.

Tra i più ridicoli vi sono coloro i quali sostengono, convintamente, che "non esiste alcuna ideologia gender". Ogni ideologia si regge esattamente sul tentativo di negare il proprio carattere ideologico: ossia sul tentativo di mostrare la propria "naturalezza". Anche i signori capitalisti dicono, guarda caso, che non esiste alcuna ideologia capitalista e che quello da loro propugnato è il modo naturale di essere al mondo dell'uomo. L'odierno monoteismo del mercato sta invece riuscendo, per ironia della storia, a realizzare la società senza sessi: la società asociale dei vuoti atomi anglofoni, dotati di un'unica identità, cioè quella del consumo.

Tutto ciò è il risultato di decenni di mancanza di rispetto verso la nostra storia, i nostri valori, cultura, costumi. Il termine Patria ormai gli studenti non sanno nemmeno cosa significhi mentre in tutte le nazioni del Mondo la propria bandiera nazionale viene ammirata con grande rispetto e amore. Ci fanno invadere, mischiano i nostri studenti con dei perfetti estranei dicendo loro che sono esseri umani come noi, con pari diritti, dimenticando di dire loro che a casa nostra ci si deve adeguare. Come se ad esempio noi andassimo a casa di qualcuno… Non dovremmo rispettare le regole che ci sono nella sua casa o ci potremmo comportare come ci pare e piace? Ovviamente ciò non giustifica la stupida xenofobia; il tutto deve SEMPRE avvenire nel rispetto della nostra persona. Gli raccontano che l'Italia è di tutti, basta che poggi il piede sul suolo italiano. In pratica questi ragazzi sono stati lasciati senza difese mentali e spirituali. D'altronde da una Repubblica nata sull'ipocrisia e il tradimento di valori dei loro stessi capi cosa ci si poteva aspettare? Una finzione cinematografica continua, vuota di contenuti veri. Ed ecco il risultato!

“Sono gli schiavi preferiti da ogni totalitarismo, ma che al momento soltanto la democrazia, sta riuscendo perfettamente a produrre”.

                                                            VIS SAPIENTIA




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