ROBERTO FERRI: la magnificenza pittorica





“Stentereste a credere quanto sia difficile collocare sulla tela una figura solitaria e concentrare tutto l’interesse su questa figura singola ed universale mantenendola al contempo viva e reale”. Edouard Manet 1880



Benchè Ferri sia approdato lontano dall’arte di Manet, in una dimensione grandemente superiore, o semplicemente diversa A SECONDA DEI PUNTI DI VISTA, è con questa definizione che apro e definisco in modo sintetico i corpi dipinti da R. Ferri con eccelsa e forte tecnica da sembrare vivi e reali.



E’ risaputo, detto e ribadito Roberto Ferri è equiparabile al Caravaggio moderno. La modernità si riferisce esclusivamente all’epoca entro la quale vive l’artista in questione, perchè nelle sue tele, di moderno o contemporaneo non vi è nulla se non le sue artistiche mani a dipingere. Roberto, classe 1978, si trasferisce alla fine degli anni ’90 a Roma arrivando dalla bella e calda Puglia. Ha frequentato il liceo artistico e nel 2006 si è laureato con 110 e lode all’Accademia di Belle Arti. Cosa dipinge R. Ferri? O meglio, cosa narra? Inferno e Paradiso! Queste sono le prime due “atmosfere” che i miei occhi vedono attraverso le sue tele. 






L’inferno ed il Paradiso, due parole lette ed ascoltate miriadi di volte che, se non si sta attenti, si finisce per darle senso frivolo, nonchè approssimativo. In questo caso invece, Inferno e Paradiso son due termini da me ben dosati che richiamano corposamente la mitologia, floridi tessuti del corpo, chiome fluenti, ali spesso logore, pelli trasparenti, dissoluzione di volti disposti a cedere fisicamente alle loro ossessioni piuttosto che abbandonarle mentalmente. I soggetti in parte chimerici dipinti dall’artista non permettono che dalle immaginifiche pareti della mente, vengano liberate le loro ossessioni. Piuttosto, son propensi a farsi lacerare e lacerarsi, a restare in costante prigionia rappresentata da catene ed ali come prima accennato, logore. In tutto questo prevale, echeggia, ed ancora prevale un canto di poesia alla nudità ritratta con sapienza. Nei capolavori di Roberto c’è un filo d’amore che conduce all’odio, ed una volta giunti all’odio, il filo torna ad un amore distruttivo.



Come ogni artista anche Roberto è stato influenzato da grandi pittori, antesignani in questo caso del Barocco, ma non voglio fare accenno ai grandi e storici dell’arte Barocca, in quanto attualmente, questa epoca di mediocrità caratterizzata da un concetto di bellezza ed armonia del tutto alterato e denigrato da transitori e paradossalmente stabili meri sostituti del concetto d’arte, vede miracolosamente qualcuno il cui dono artistico è capace di evocare e rappresentare con innata maestria, idealità e suggestione, la magnificenza pittorica. I tratti dei corpi, sia maschili che femminili dipinti da Ferri hanno una forza incredibile; è come se da ogni angolo di questi corpi umani uscisse energia, storia, sentimento. Tra le banalità ed arrangiamenti “artistici” ai quali i nostri occhi oggi sono sottoposti, lascio volutamente spazio unico a Roberto Ferri, Caravaggio moderno, senza richiamare le anime artistiche che in epoche remote hanno già intriso tele ben conservate di sapiente arte.




Abbiamo, oserei dire, bisogno, di qualcuno che filosoficamente ci narri poesia. Roberto racconta la poesia con la pittura: voce narrante di maestosa bellezza. Una voce che prende forma con pennelli e colori non troppo rumorosi, il cui aspetto cupo innalza con audacia ed intelletto la poetica dell’arte che pian piano è andata svanendo.

LINK UFFICIALE: https://danielabruni1987.wordpress.com/2015/06/22/roberto-ferri-la-magnificenza-pittorica/


DANIELA BRUNI (Desybelle Delacroix Art)
Corso di Laurea: Management delle politiche sociali
La mia passione più grande sono i dipinti e qualsiasi creazione fatta in digitale, forme artistiche per le quali spesso scrivo e racconto. Il mio concetto d'arte è molto intenso, e chissà, magari un giorno ne scriverò a riguardo. Per adesso, ve lo propongo citando le parole del celebre Vladimir Nabokov:“Un’opera esiste solo se mi procura quella che chiamerò francamente voluttà estetica, cioè il senso di essere in contatto, in qualche modo, in qualche luogo, con altri stati dell’essere dove l’arte è la norma".  

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