Lo shale gas ha fatto irruzione nello scenario energetico negli ultimi anni e ha radicalmente cambiato il mercato energetico degli Stati Uniti d’America e segnato quello del resto del mondo.
Con il termine di shale gas, o gas di scisto, si intende il gas naturale intrappolato nelle rocce scistose, argille e rocce porose. Si tratta di gas a tutti gli effetti, in buona parte metano, che però non si trova in un normale giacimento e, di conseguenza, non basta trivellare un pozzo tradizionale per tirarlo fuori. Viene considerato un gas non convenzionale perché intrappolato in rocce poco permeabili, che per l’estrazione devono essere “fratturate”.
Gli ingegneri statunitensi sono stati i primi a rendersi conto delle potenzialità di questa risorsa. Nel 2000 lo shale gas valeva il 2% della produzione di gas naturale degli Stati Uniti. Alla fine del 2012 la percentuale è il 40%. Le riserve di shale gas potrebbero essere in grado di soddisfare la domanda americana per i prossimi 30 anni.
Per estrarre shale gas si usano due tecniche: la trivellazione orizzontale e il fracking idraulico, anche detto hydraulic fracturing. Entrambe sono tecniche già note all’industria petrolifera da diversi anni, ma solo di recente si è scoperto che usandole insieme si può pompare dal sottosuolo il gas intrappolato negli scisti e altri idrocarburi non convenzionali.
Come funziona il fracking?
Vediamo nel dettaglio le diverse fasi che caratterizzano la tecnica del fracking:
1. Trivellazione: Il pozzo viene perforato orizzontalmente ad una profondità di circa 3.000 metri. Il canale così creato viene rivestito con un tubo di cemento all’interno del quale vengono fatte saltare delle piccole cariche esplosive per creare dei fori che lasceranno poi passare i liquidi e le sostanze chimiche nel terreno.
2. Pompaggio: Completato il pozzo, vengono pompati nel terreno fino a 16.000 litri di liquidi sotto pressione al minuto, addizionati da agenti chimici e sabbia. L’immissione dei liquidi crea delle ‘spaccature’ nelle rocce liberando così i gas che risalgono rapidamente il tubo.
3. Raccolta: Una volta fuoriuscito, il gas viene immagazzinato nei gasdotti e avviato alla raffinazione.
Ripercussioni ambientali e rischi per la salute
L’uso massiccio del fracking negli Stati Uniti ha rivoluzionato il settore energetico, ma ha anche destato preoccupazioni sul fronte ambientale.
• Il primo è l’enorme quantità di acqua che deve essere trasportata nei siti di esplorazione e usata per l’estrazione del gas causando sprechi e costi ambientali significativi.
• Il secondo è l’utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute umana che potrebbero contaminare le falde acquifere presenti intorno all’area di estrazione. Solo l’80 per cento del liquido iniettato nel foro torna in superficie come acqua di riflusso, il resto rimane nel sottosuolo.
• Il terzo è la possibilità che esista una correlazione tra il fracking e il verificarsi di scosse di lieve entità. Un caso che viene spesso citato è quello del 6 novembre 2011 quando un terremoto di magnitudo 5,7 ha colpito lo stato americano dell’Oklahoma dopo che un impianto aveva iniettato acqua ad alta pressione nel sottosuolo.
Film documentario Gasland
Fiamme dal tubo dell’acqua? Non è uno scherzo, ma è quello che accade in alcune case della Pennsylvania, dopo che il metano è penetrato nelle falde acquifere in seguito alle attività di fracking.
Il fatto è stato documentato da Josh Fox nel documentario Gasland (2010). Nel video si vede un uomo che con un accendino infiamma il metano che esce dal rubinetto insieme all’acqua. Subito dopo si vede l’ex governatore repubblicano della Pennsylvania, Tom Ridge, ora passato sul libro paga delle multinazionali, affermare che la presenza di metano nelle falde acquifere è un fenomeno naturale che non ha nulla a che vedere con il fracking.
Do not drink this water (Gasland trailer) → https://www.youtube.com/watch? v=dZe1AeH0Qz8
Le conseguenze del crollo del barile sul fenomeno shale gas
La bolla shale gas, cresciuta a dismisura nel corso dell'ultimo decennio, è scoppiata con il crollo del prezzo del petrolio, precipitato in pochi mesi da oltre 110 dollari al barile agli attuali 60 dollari circa.
Dopo essere stato il fenomeno che ha contribuito a sostenere la ripresa economica degli Stati Uniti, garantendo indipendenza dalle importazioni e energia elettrica in quantità a basso prezzo, il gas e il petrolio estratto dalla roccia stanno provocando non pochi problemi al sistema finanziario.
Con il petrolio a prezzi così bassi, giacimenti nati per essere vantaggiosi con le quotazioni del barile attorno ai 90-100 dollari sono diventati improvvisamente un costo non più sostenibile. Soprattutto tenendo conto che la maggior parte dei costi di estrazione e produzione dei pozzi erano garantiti da prestiti concessi in grande quantità e con una leva che in alcuni casi raggiungeva il 90 per cento del totale. In sostanza, la stessa cosa accaduta negli anni del boom immobiliare con i mutui concessi senza garanzie alcune.
Per chi non è amante dei grandi complotti, va ricordato che lo shale è vittima anche dell'eccesso di offerta e delle previsioni sbagliate della domanda, complice l'inarrestabile successo delle energie rinnovabili e dei giacimenti progettati anche in luoghi un tempo inaccessibili, quando le quotazioni erano sopra i 110 dollari.
Fracking in Italia: Terremoto in Emilia Romagna causato dalle estrazioni di shale gas? L'estrazione di gas e petrolio può influenzare l'attività tellurica? Il terremoto del 2012 in Emilia Romagna, che ha causato decine di morti e la distruzione di numerose abitazioni ed edifici pubblici e di culto, potrebbe avere qualche collegamento con le estrazioni di petrolio e gas naturale dai pozzi della zona.
Secondo questa ipotesi, le numerose trivellazioni avvenute nel corso degli anni avrebbero modificato l’equilibrio geologico dell’area compresa tra le province di Modena e Ferrara. A conferma di questo collegamento ci sarebbe l’epicentro di quasi tutte le scosse: tra Finale dell’Emilia, Cento e San Felice sul Panaro.
Uno dei vertici di questo triangolo, Finale dell’Emilia, è all’interno di una concessione mineraria per l’estrazione sia di petrolio che di gas: la concessione Mirandola, ex ENI ceduta da qualche anno alla controllata di Gas Plus Padania Energia. Questa concessione è attiva, con otto pozzi, da nove anni. Altri permessi di ricerca, ma non ancora di estrazione, circondano l’area dello sciame sismico. Sono le concessioni Fantozza, Grattasassi, Bastiglia, Cento, San Vincenzo. C’è infine un’altra concessione in produzione, Recovato (sempre di Gas Plus), che è però un po’ più lontana a sud di Cento.
Studi dell’USGS (United States Geological Survey, il servizio geologico degli Stati Uniti) ammettono esplicitamente che l’utilizzo della tecnica del fracking per estrarre lo shale gas può causare terremoti anche di forte intensità.
A smentire l’ipotesi, invece, c’è il fatto che i geologi italiani attribuiscono la causa del terremoto ad un movimento della faglia appenninica. Come anche il fatto che, ad oggi, non ci sono ancora studi scientifici che dimostrino la correlazione tra attività estrattive e sismi in Italia e, infine, il fatto che, per ovvie ragioni, non ci sono state dichiarazione ufficiali in merito all'utilizzo o meno della tecnica del fracking per estrarre il gas da pozzi localizzati a pochi chilometri dall’epicentro del sisma.
Senza eccedere in complottismi esagerati, il fracking sicuramente è una tecnica di estrazione che comporta rischi, sia ambientali che per la vita umana; per una maggiore chiarezza espositiva, ecco il parere di un esperto.
Angelo Camerlenghi, (Direttore della Sezione di geofisica dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste) riguardo la tecnica del fracking: “Operazione non esente da rischi ambientali. Se, infatti, le fratture si propagano negli acquiferi soprastanti, il gas o i fluidi usati nelle operazioni di fracking possono contaminare la falda e dalla falda al rubinetto il passo è breve. Inoltre, l’acqua pompata nel sottosuolo, per spaccare le rocce e far fuoriuscire il metano, può agire sulle faglie attive, alterare lo stato di stress della roccia e innescare microterremoti. Parliamo di eventi piccoli ma a bassa profondità, che possono quindi causare tremori percepibili in superficie e piccoli danni localmente”.
Insomma, quando si tratta di energia e ambiente, è sempre utile guardare al problema da un punto di vista complessivo. Con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, il fracking non può essere considerato in maniera isolata da altri procedimenti estrattivi.
Business, rischi taciuti, danni ambientali, inquinamento delle falde acquifere e ancora business. Una cosa è certa, l'importanza economica delle ricorse naturali di rilevanza strategica non può sovrastare le vite umane ma anche l'ambiente, che potrebbe far pagare a caro prezzo la nostra sete speculativa.
Per ulteriori approfondimenti:
• Film-documentario “Gasland” (sub ita): http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=412:gasland- il-film-con-sottotitoli-italiani&catid=34:articoli ;
• “Shale caos”, puntata di “Report” del 12/05/2014: http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-dbe5e600-c50c-4673-89d6- 451aeb09c011.html .
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