Via D'Amelio, 19 luglio 1992. A due mesi dalla strage di Capaci, Paolo Borsellino veniva ucciso sotto casa della madre. La mafia eseguì l'ennesimo attentato allo Stato, quello vero e pulito. Il mandante: l'altro Stato, quello marcio che ha sempre lucrato ed utilizzato i suoi servitori per creare mostri e paure, e lasciar governare personaggi più che discutibili. Sopra il sangue degli eroi: la speculazione propagandistica, gli ipocriti richiami all'ordine e alla civiltà, l'antimafia di facciata che negli ultimi vent'anni ha governato e non ha mai consegnato alla giustizia i veri responsabili di quei morti, di quel degrado, di quella arretratezza economica che la mafia collusa alla classe politica ha attuato da sempre. Vogliamo ricordare Paolo Borsellino con un'intervista rara del 1989 a Bassano del Grappa dove espone il suo netto NO alla liberalizzazione della droga per combattere il traffico clandestino: «È da dilettanti di criminologia».
VIS SAPIENTIA
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