Secondo l’Ong circa 90 soldati hanno perso la vita durante il bombardamento statunitense
Dintorni di Dayr az Zor da mesi soldati dell’esercito
governativo siriano resiste valorosamente agli attacchi dei terroristi
dell’Isis, in una base nei pressi dell’aeroporto, difendendo quei territori
dalla barbarie.
Solo due giorni fa tutto questo è stato reso vano da un
bombardamento, della coalizione guidata dagli U.S.A, contro quei soldati,
causando, secondo l’Ong, circa 90 morti e altri cento feriti. L’incursione è
stata condotta da due caccia F-16 e da due jet da attacco al suolo A-10
statunitensi e britannici. Evento confermato anche da un comunicato fornito dal
ministero della Difesa australiano, in quanto in quella zona, durante il
bombardamento, erano attivi alcuni caccia dell’aereonautica di Canberra. L’aggressione ha permesso ai terroristi di avanzare ed
occupare la base.
Furiosa la reazione della Russia, il ministro degli
Esteri Maria Zakharova ha dichiarato: “Se prima nutrivamo sospetti che tutto questo
era per difendere Jebhat al-Nusra,
adesso, dopo i raid aerei sull’esercito siriano siamo giunti alla spaventosa
conclusione che la Casa Bianca difende l’Isis “,
immediata è stata la riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu richiesta
dall’ambasciatore Russo Vitaly Churkin, il quale ha definito l’attacco come
intenzionale.
Il pentagono ammette le sue colpe, giustifica il gravissimo
evento affermando che si tratta di un errore. “L’attacco aereo della coalizione
è stato immediatamente fermato quando i funzionari sono stati informati dalle
autorità russe che era possibile che fossero stati colpiti uomini dell’esercito
siriano”. Da tutto il mondo si sono spese parole su parole, botte e
risposte, ma difatti i morti ci sono stati, figli, padri, fratelli che non
torneranno mai più a casa. Una potenza come quella statunitense non può permettersi
questi “errori” e sorgono moti dubbi sulla sincerità del pentagono, in quanto è
dall’inizio della guerra che gli stati occidentali tengono sotto controllo la
Siria, è veramente assurdo che non avessero saputo per tempo cosa e chi stavano
bombardando.
La dichiarazione che colpisce di più dopo aver analizzato
gli eventi, è quella del vicario apostolico di Aleppo, il vescovo George Abou
Khazen: “Quel raid aereo che ha ammazzato almeno 90 soldati sembra confermare
l’ambiguità delle scelte degli Stati Uniti nello scenario siriano, e anche i
sospetti di chi dice che gli Stati Uniti hanno creato lo Stato islamico (Daesh)
e lo stanno utilizzando. Con tutti gli strumenti e le “armi intelligenti” di
cui dispongono, quel raid aereo non può essere stato un incidente, visto che
quella caserma non era lì da ieri”.
Stupisce poco ormai che queste parole siano state riportate
da pochissimi giornali, perché l’attenzione spesso viene dirottata verso
avvenimenti che possono far diventare l’accusato come un Pubblio accusatore,
mantenendo la sua immagine di eroe contro il male. Gli individui che accettano
questo sistema sono come persone che non credono al medico che le avverte di
una malattia, evitano di curarsi, arrivano ad uno stato terminale per il quale
non c’è via d’uscita e colpevolizzano Dio per non averli aiutati. Questo
esempio è dedicato a quelle persone che ancora oggi non hanno ben compreso il
ruolo di alcune potenze e s’infuriano contro altre, delle quali l’unica colpa è
quella di non aver fatto niente di male, paradossale ma vero.
Vis Sapientia
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