L'arrogante UE ha trasformato gli Stati membri nei suoi schiavi personali, sostiene Paolo Barnard



Perché dovrebbe essere fatto un referendum per cambiare una Costituzione e un Parlamento che sono già stati ridotti ad un'ombra di ciò che dovrebbero essere da parte di Bruxelles? Mi riferisco al referendum costituzionale italiano in autunno che decreterà anche se Matteo Renzi rimarrà in carica come Primo Ministro. La Sovranità si trova in altri luoghi nell'Unione Europea, non più nelle assemblee nazionali.

Se i sostenitori britannici del "Remain" avessero passato mezza giornata a verificare quale infernale prigione siano l'eurozona e i trattati sovranazionali europei, sarebbero senza parole. Ecco una metafora per spiegare meglio: "Immaginate una fattoria di schiavi nella Louisiana del XIX secolo, dove gli schiavi nella baracca N.18 decidono di fare alcuni piccoli cambiamenti nella loro miserabile abitazione. Cambierà qualcosa per loro? Schiavi erano e schiavi rimarranno.
Pensate che i padroni saranno preoccupati per il nuovo colore di vernice che gli schiavi hanno aggiunto alla loro decrepita abitazione"?

Questa è proprio la situazione in cui l'Italia si trova in questa disgraziata dittatura europea, mentre il referendum si avvicina. Quindi a chi daranno il mal di testa queste chiacchiere?

Come ho detto, il Primo Ministro Renzi vuole alterare la composizione e le funzioni del Parlamento, che rispettando i trattati sovranazionali di Bruxelles è già stato spogliato di tutte le sue basilari prerogative. Ecco alcuni fatti: La Costituzione (de facto) europea, il Trattato di Lisbona, chiarisce la supremazia della legge europea su qualsiasi legislazione nazionale. Ecco il punto: quando si parla di temi reali è Bruxelles a decidere, non i nostri parlamentari.

Al mio Parlamento è anche vietato prendere visione del budget senza il via libera dei tecnocrati non eletti nella Commissione Europea (come da trattato "Semestre Europeo"). Riuscite a crederci, Brexiters? Secondo il Trattato di Lisbona, i parlamenti europei devono perseguire gli interessi dell'Europa nei loro Paesi PRIMA degli interessi nazionali (Art. 8c, TEU)

I politici eletti italiani non hanno nessuna voce in capitolo nelle politiche fiscali e nella tassazione (trattato Fiscal Compact). Le due camere del mio Paese sono già ridotte ad un'impotente strumento estetico in questa deplorevole Unione, perciò potrebbero dipingerle di blu e rosa e capovolgerle, a chi importerebbe?

Tragicamente, anche la nostra Costituzione è stata stravolta dal potere europeo. Ecco ancora il Trattato di Lisbona: "Nel parere 1/91 della Corte Europea di Giustizia, i trattati europei sono descritti come la "Carta Costituzionale" di uno stato di diritto, per la salvaguardia del quale gli Stati hanno limitato i loro diritti sovrani".

I fragili e caotici partiti euroscettici italiani non hanno quasi neppure nessuna possibilità di ottenere voti sufficienti per superare la soglia elettorale. Riguardo alle terribili previsioni economiche che ci sarebbero in seguito ad un voto contrario al Primo Ministro Renzi, be', mi fanno ridere. Quanto potrebbero peggiorare le cose per l'Italia nell'Euroinferno?

Tuttavia, giganti finanziari come Citi, Pimco, J.P. Morgan Chase, Societe Generale hanno tutti inviato avvertimenti attraverso papers degli investitori che hanno lo scopo di dire all'elettorato italiano: "Se votate nel modo sbagliato, cioè per un Renzi non asservito all'UE, vi spacchiamo le rotule".

Non fatevi ingannare dalla sottigliezza del gergo finanziario che hanno usato nel documento, pubblicato da Bloomberg il 6 luglio. Le minacce sono pronte: "Se il referendum costituzionale non passasse... i titoli di Stato italiani potrebbero essere venduti"; "La vittoria del NO potrebbe comportare la nomina di un governo tecnico entro il 2017" (leggi: ancora un altro uomo "europeo" non eletto alla guida a Roma); "Le prospettive dell'Italia sono offuscate dai rischi legati al referendum di Ottobre e ai guai del settore bancario, così come l'impatto del Brexit sul commercio e l'incertezza".

Ma l'Italia, un tempo un Paese ricco e prospero, ora può ringraziare l'Unificazione Europea per 4,5 milioni di persone che vivono in assoluta povertà, 40,4% di disoccupazione giovanile, niente accesso all'assistenza sanitaria per un cittadino su cinque, un calo del 25% del PIL e il più grande crollo dei consumi dalla Seconda Guerra Mondiale.

Quelle minacce non mi impressionano. È come dire ad un cadavere che se non si comporta bene tu gli sparerai. E non preoccupatevi riguardo al cosiddetto "pericolo nucleare" del disastro del nostro Monte dei Paschi. Mario Draghi, il più famoso rianimatore di "beni zombie" del mondo, si occuperò anche di quello. Per concludere, il referendum di Ottobre non cambierà niente riguardo alla nostra tragedia nazionale.
Ho paura che non ci sarà un Italexit dall'Euroinferno.

                                                  PAOLO BARNARD

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