Halloween, festa consumista per zucche vuote


La macchina di Halloween è in moto. Come ogni anno, le vetrine di supermercati e negozi pullulano di maschere, ragnatele, fantasmi, zucche e gadget di ogni genere. Milioni di bambini e adolescenti (ma anche moltissimi adulti) affolleranno piazze, locali, discoteche in occasione della notte delle streghe, ricorrenza che, ormai da qualche anno, è entrata a far parte, a tutti gli effetti, della “tradizione” italiana ed occidentale. 
A differenza di quanto si tende a credere, la festa di Halloween non nasce negli Stati Uniti, bensì in Irlanda durante il periodo dei Celti. L’origine della celebrazione sembra che coincida con il “Samhain”, indicato come il capodanno celtico, il quale scandiva l’ultimo raccolto ed il passaggio dalla stagione luminosa, estiva, alla stagione buia, invernale. Dalle terre irlandesi la festa è stata, poi, esportata negli Stati Uniti dagli emigranti nell’800. Nata in Europa, è tornata in Europa passando dall'America. 

Questa grottesca festa “trash-macabra”, per certi versi sinistra, da circa una ventina d’anni è sbarcata anche in Italia. Ma a cosa dobbiamo una diffusione così massiccia? Come mai, da diversi anni, ci “ritroviamo” ad accogliere festosamente questo “carnevale fuori stagione” anche qui da noi? 
Con l’avvento della globalizzazione assistiamo, quotidianamente, alla contaminazione delle nostre tradizioni nazionali: Halloween è l’esempio lampante delle conseguenze scaturite da questo fenomeno. 

Uno tra i principali motivi della suo “successo” è da rintracciare nelle distorsioni che il moderno consumismo ha prodotto nei modelli di vita occidentali. Noi, tutti, siamo parte integrante di questa metamorfosi diabolica: in preda ad allucinazioni apolidi e consumistiche, la Festa di Tutti i Santi è stata, pian piano, rimpiazzata dalla carnevalata di Halloween. Il vortice infernale della (sub)cultura anglo-americana, di cui siamo inermi vittime, ha stuzzicato i più disparati appetiti economici degli squali della grande distribuzione (multinazionali in primis), i quali hanno immediatamente fiutato il business e alimentato il condizionamento di massa, attraverso le mode. La festa pagana moderna, in questo modo, si è affermata in tutto il suo arrogante squallore. 

La “legittimazione” nazional-popolare di Halloween, fonda le sue radici nel peggiore dei “relativismi” ed appare intrinsecamente connessa con la secolarizzazione, l’individualismo e, appunto, il consumismo; fenomeni, ormai, imperanti nella nostra società, sempre più complessa, globalizzata e -permettetemi di dire- “lobotomizzata”. È iniziata l’epoca del nichilismo contemporaneo, dell’azzeramento di quell’idea di tradizione capace di plasmare principi morali ed ideologici, universalmente condivisi. Questa ricorrenza, insomma, incarna la grigia omologazione dei costumi, segno evidente di un "colonialismo culturale" altrettanto grave come quello economico e politico. 

D’altra parte, riguardo la “schizofrenia” consumista, puerile ed adolescenziale, a cui la festa di Halloween è solita ridursi, nulla da dire: come ogni moda proveniente da oltreoceano, possiede un inspiegabile potere intrinseco di condizionamento sociale che supera le facoltà di analisi razionale di molti di noi, ancor più che in Italia, tale festa, non ha nessun legame con alcuna tradizione ma coglie soltanto l’effimero divertimento e lo scherzo, in tutta la sua superficialità. 

Nel tempo della globalizzazione, in cui tutte le differenze sembrano convergere in un unico punto, appare ancor più importante preservare la nostra tradizione e la nostra cultura popolare. Dietro questa incontrollata, grottesca, consumistica globalizzazione c’è un sistema pronto a sfornare prodotti, a spingerci verso falsi bisogni, finalizzati a nutrire quel nostro senso di avidità e desiderio. Nella cultura del consumo, gli individui non vengono considerati in quanto tali, ma come elementi funzionali al sistema. Ed è così che abbiamo deliberatamente deciso di cancellare una festa familiare e religiosa così importante, come la ricorrenza dei Defunti, per far spazio ad Halloween e ad un mondo di plastica senza valori né riferimenti. 
La logica del caos prosegue, indisturbata, nella sua irreversibile opera di distruzione delle coscienze. Sveglia, gente! 

Angelo Santucci

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