Il business delle schiave dell'Isis: la violenza che non fa rumore


Era il 5 ottobre 2014, e il nome di Harin Merkan sarebbe entrato nella storia. La prima miliziana curda kamikaze contro i fanatici jihadisti che vendono le donne come schiave sessuali. Harin, inquadrata nelle Ypj (“Unità di Protezione delle Donne”) stava partecipando alla battaglia per fermare le colonne dei jihadisti attorno alla collina di Mishtanur, quando si è battuta da sola per raggiungere uno dei fortini dei nemici, e una volta circondata, si è fatta saltare in aria. Le Ypg (“Unità di Protezione Popolare” che sono il corpo combattente dei curdi siriani legati al Pkk, il “Partito dei Lavoratori Curdi” in Turchia) contano a Kobane circa 3.000 effettivi, di questi quasi 1.000 sarebbero donne.

In tutto i miliziani curdi in Siria sono circa 40.000 (con loro ci sono anche volontari yazidi e cristiani), circa un terzo donne: combattenti a tutti gli effetti. Il ruolo di queste ultime è diventato sempre più visibile. La loro presenza ha dato grande fastidio ai jihadisti, i quali - umiliati dal fatto che proprio un drappello di donne curde ha avuto la meglio in uno scontro a fuoco contro le loro pattuglie - hanno deciso di decapitare tre delle loro prigioniere ed esporle pubblicamente sulla piazza di Jarablus, un paesino non lontano da Aleppo. “È permesso avere un rapporto con una schiava anche se non ha raggiunto la pubertà a patto che sia adatta al rapporto. Se non è adatta si potrà trarne piacere, ma senza penetrazione”.

L'aberrante prescrizione è uno dei tanti “consigli per l'uso” contenuti in “Domande e risposte sulla presa di prigioniere e schiave” (“Su'al wa-Jawab fi al-Sabi wa-Riqab”), un raccapricciante manualetto prodotto dal “Dipartimento Ricerca e Fatwa dello Stato Islamico”. Realizzato per rispondere alle perplessità di molti musulmani dopo la riduzione in schiavitù di migliaia di donne yazidi, ma anche cristiane, uniche colpevoli di una “scomoda” professione religiosa. Questa è solo una piccola parte di quello che spetta alle schiave dell'Isis. Nadia Toffa, inviata de “Le Iene”, è andata in Iraq e in Siria per saperne di più e, soprattutto, dar loro voce. La Toffa ne ha intervistate alcune, quelle riuscite a fuggire dalla morsa degli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dell'Isis. Raccontano di stupri, violenze fisiche e psicologiche. 

Donne considerate meno degli animali, le schiave dell'Isis, malnutrite e trattate come pezzi di carne da macello in vendita al mercato. Molte non vogliono farsi inquadrare, altre piangono. Tutto quel dolore non sparirà mai. Per loro non c'è speranza, fin da quando sono bambine: c'è chi è stata data in moglie quando aveva solo 8 anni. I suicidi, come è facile intuire, non si contano. Si discute, si negozia, la compravendita di schiave yazidi è un “affare” a tutti gli effetti, un business attorno al quale girano centinaia di migliaia di dollari. Ora i terroristi del sedicente Stato Islamico hanno stabilito un prezzo fisso per ogni donna: 10 mila dollari. Il canale arabo Al Aan TV ha diffuso un video che mostra un gruppo di presunti terroristi dell'Isis mentre si mettono d'accordo per avere nuove schiave o liberarsi di quelle che non vogliono più.

Ognuno di loro può comprarne una. Ebbene, Se la schiava ha gli occhi azzurri o verdi, o è molto giovane, il prezzo lievita. Se non ha i denti, allora può anche non valere la pena di acquistarla, perché è necessario comprarle una protesi. “Oggi è il giorno di distribuzione a Dio piacendo. Ognuno prende la sua parte”, spiega quello che sembra il loro capo. “Spero di trovarne una”, dice uno di loro, e poi ridendo aggiunge: “Dov'è la mia ragazza yazidi?”. “Chi vuole vendere la sua?”, chiede uno di loro. “Io, voglio vendere”. “Te la pago trecento dollari, o una pistola”. 

Di seguito riporto il link del servizio di Nadia Toffa e del video integrale diffuso da Al Aan TV:
  1. http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/toffa-le-vittime-dell %E2%80%99isis_523321.html
  2. http://video.leggo.it/primopiano/isis_choc_i_miliziani_comprano_e_vendono_le_schiave_de l_sesso-45746.shtml

Per quanto tempo ancora rinvieremo gli aiuti all'offensiva peshmerga contro l'Isis? Libero spazio per commenti e indignazione.

                                                                GIORGIA CIACCIO

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